Life is... a cabaretLa scorsa estate, al Festival delle Ville Tuscolane, è stato proposto per la prima volta lo spettacolo Life is… a cabaret, nato da un percorso condiviso dal Coro Eufonia della Scuola dei Canti e dai Self Portait Blues. C’era tanta curiosità intorno all’evento: tutti i preparativi erano stati tenuti nel massimo riserbo, e non c’è stato verso di avere nemmeno una piccola descrizione dello spettacolo in anteprima dalla bravissima Lorena Morsilli, direttrice del coro.

Ci siamo trovati di fronte a un viaggio nel musical, dal Fantasma dell’Opera a Hair, dal ritmo serrato, cambi di scena, una sapiente commistione delle parti corali con la band musicale. Insomma, nulla da invidiare a Broadway, sia per la fantasia del filo conduttore, sia per l’ottima direzione artistica e per la sapiente regia di Silvia Faccini, sia per i costumi. Unica pecca: l’acustica. Dalle prime file il coro era coperto dagli strumenti, dalle ultime file il contrario. Sono uscito molto soddisfatto del prodotto, ma con un leggero disappunto, come quando ti trovi di fronte a un pasto di eccellente livello ma ti ricordi di aver già mangiato, quindi puoi soltanto assaporare qualcosa.

Stasera però c’è stata la possibilità di rifarsi. Lo spettacolo è andato di nuovo in scena al Teatro Capocroce, e stavolta tutto è stato perfetto! Finalmente si è potuto apprezzare il suono così come pensato dagli artisti, si è potuto godere delle scenografie, dei costumi, delle luci in maniera più appropriata.

E non da poco, devo in tutta sincerità trovarmi ad apprezzare i profondi miglioramenti che i ragazzi hanno portato al loro lavoro. Frutto di certo di tanto impegno, di sacrifici e litigate, come in ogni backstage che si rispetti, ma il risultato, signori, è stato di un livello decisamente elevato. La finezza delle voci, l’educazione del coro nei tempi e nei volumi, la musica mai invadente e sempre essenziale, un ottimo pianoforte, intermezzi recitati, anche con esilarante comicità, per coprire i cambi di scena e di costume, il ritmo mai lento, due ottimi ballerini, la regia impeccabile, i costumi fantasiosi.

Tanto, tanto lavoro deve essere costato questo spettacolo a chi lo ha prodotto e messo in scena, tanto grande quanto grande deve essere la loro soddisfazione per essere riusciti, così giovani, a creare una cosa tanto bella e piacevole.

Io mi sono emozionato, mi sarebbe piaciuto riprendere uno strumento e partecipare, cantare, ballare con loro. Mi rendo conto che per me ormai quel tempo è passato, ma lasciamo adesso, per favore, che il sole splenda. Che splenda su questi ragazzi così pieni di entusiasmo, dai quali si percepisce una gran voglia di stare insieme, voglia di esprimersi, di sentirsi forti e uniti. Sempre con classe, discrezione e tanta, tanta qualità.