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Il lungo

Correre a Villa Torlonia

Ferragosto.

A ferragosto è tradizione andare a correre a Villa Torlonia, e andare oltre il limite che si è soliti raggiungere quando ci si allena o semplicemente si sgambetta. Ricordo il ferragosto del 2003, quando c’erano 37 gradi e un’umidità da morire. Quel giorno, dopo quattro chilometri, mi si addormentò il piede sinistro e al quinto mi dovetti fermare. Nel 2005 ho corso per un’ora, a buon ritmo. Mi ero discretamente preparato. Nel 2006 ho subito una contrattura al terzo km, che mi ha tenuto fermo per un mese.

E quest’anno? Credo di essere andato a correre al massimo due volte, nel 2007. Non è possibile. Che si fa oggi? Si apre col lungo? E quant’è il lungo rispetto al nulla? Immagino che 5km bastino, poi vediamo che succede. Vado a mettere le scarpette.

La lista della spesa

Ad agosto, prima dell’avvio di una nuova stagione, si tende a fare la lista della spesa per l’anno successivo. Provo a farla per questo spazio.

Mi affascinano molto i blog di introspezione, quelli in cui l’autore condivide momenti della propria vita per approfondire alcune tematiche ed esplicitare il proprio mood e il proprio feeling. Esternalizzare l’introspezione. Ma è giusto? Che razza di introspezione è, allora? Mi si dirà: ma è quello che fanno gli scrittori, ovvero trasmettere umore e sentimenti attraverso i propri scritti. E allora mi chiedo se ho pretese di essere scrittore, come la Maria Giulia, oppure no.

Procediamo allora con metodo e affrontiamo gli argomenti: in queste settimane avrei voluto parlare del mio viaggio in Finlandia, di Tallin, del Geometra Mari che si è sposato e col quale abbiamo una cena in sospeso da anni, di Garnett al Boston, di Grotte Portella, della Sinistra in generale, del fatto che non ho più tempo di approfondire tutte queste cose. Mettiamoci pure l’8 Settembre, l’Agenda 21, una casa da finire di sistemare, il lavoro. Eh già, ci sta pure quello. E rimettere in piedi Discipulus no?

Vediamo se mi viene in mente qualcos’altro. Per ora cerco di darmi da fare per sviluppare ciascuno di questi temi, anche se il tempo è poco e l’ispirazione ancora meno. Ma ormai ho deciso che ho smesso di fumare, quindi posso disporre di più tempo e di più energie.

Pride is now

Roma Pride 2007

Voglio fare un proclama ufficiale. Perché, mi si chiederà? Perché sono un politico, e quindi è giusto assumere un tono consono alla posizione.

Damiano Morelli, Consigliere Comunale a Frascati per il Partito della Rifondazione Comunista, aderisce alla piattaforma politica del Roma Pride 2007, per dare sostegno a quei valori di dignità, laicità, parità di diritto che devono essere imprescindibilmente alla base di ogni democrazia e di ogni stato civile.

Ecco, la dichiarazione è fatta.

Era necessario? Sì, lo era. In primo luogo perché di queste cose si deve parlare. Non parlarne equivale a fingere che non esistano, e troppo spesso qualcuno, al governo, non parla o parla talmente sottovoce per essere sicuro che non venga sentito. E così dilaga l’omofobia, non perché la paura di qualcosa di non consueto sia effettivamente tale, ma perché tutto volge a fare in modo che il popolo non abbia modo di confrontarsi con qualcosa di non consueto, rendendo di fatto impossibile il diventare consueto, conosciuto, e quindi non temibile.

Uno stato deve essere laico, deve essere tollerante, deve riconoscere gli stessi diritti a tutti i suoi cittadini. Uno stato che non lo fa è ostaggio di qualcun altro. Così come chi non vuole pensare. Il suo cervello è ostaggio di altri. Liberiamoci, dunque, e facciamolo consapevolmente. E se non sapete da dove cominciare, vi offro io un punto di partenza.

Il blog di Tiberius.

DJ #3

DJ e Larry Bird

E’ sorprendente quando la morte è passata e tu non te ne sei accorto. E’ accaduto qualche giorno fa, mentre guardavo una partita dei Celtics in differita. L’allenatore, Doc Rivers, aveva sulla giacca un pin con su un trifoglio e il numero 3. All’inizio non ho capito, poi quando i commentatori, dando per scontata la notizia, hanno cominciato a ripercorrere la carriera di Dennis Johnson, ho sospettato il peggio.

Ci ha pensato la rete a darmi conferma. Eh sì, DJ ci ha lasciati lo scorso febbraio, a 52 anni, per colpa di un attacco di cuore. E a me sembra strano che uno dei miei eroi di quando ero ragazzo non ci sia più, portato via in un modo tanto improvviso quanto inaspettato. Non è il primo lutto sportivo a cui assisto. Gaetano Scirea, Andrea Fortunato, Reggie Lewis… Però DJ è diverso. Rappresenta la mia adolescenza, rappresenta il mio amore per il basket, un indirizzo che lui, assieme ai suoi compagni, mi hanno dato.

Tutto qua. Ricordare DJ non è soltanto doveroso, per me, ma è un’iniziativa che nasce da dentro. Sofferta, ponderata, attuata.